A 180 minuti dalla fine, un trenino che comprendeva Atalanta, Brescia, Vicenza, Piacenza, Bari battagliava con i toscani per non occupare il terzo e quart’ultimo posto: per evitare la B. I ragazzi di Spalletti erano però meglio posizionati e con una vittoria in casa, contro la diretta concorrente Vicenza, potevano brindare alla salvezza con un turno d’anticipo. Un’eventualità che a inizio torneo nessuno sembrava aver preso in considerazione. Così il 10 maggio del 1998 al Castellani più che una semplice partita si giocava una stagione. La partita fu tirata, con i vicentini che, dopo la campagna europea, non ci stavano a rimediare una figuraccia a livello nazionale. I primi a passare in vantaggio furono i veneti con Ambrosetti che alla mezz’ora riuscì a battere Roccati con un fendente imparabile, ma i padroni di casa non si sciolsero e forti dell’uomo in più presero in mano il gioco. Nel secondo tempo, infatti, riuscirono a ribaltare il risultato con Esposito e Bonomi. A tre minuti dal 90° il punteggio era fermo sul 2-1 e l’Empoli sarebbe stato salvo. Ma in un’ultima sortita offensiva i biancorossi trovarono un rigore e il pareggio con il guizzante Schenardi. Sembrava l’atto conclusivo di una partita che avrebbe costretto i toscani a conquistarsi la permanenza in A, sperando in un improbabile risultato positivo contro l’Inter e, soprattutto, nelle sfortune altrui.
C’era ancora un po’ di tempo, però, per gli ultimi assalti al fortino vicentino: il più disperato di questi vede sganciarsi in attacco anche Daniele Baldini. Il centrale difensivo era finito nell’area piccola avversaria, davanti al portiere vicentino Brivio. Il suo piedone destro si fece trovare pronto a spingere in rete un pallone sporco che nessuno dei suoi compagni, pagati per segnare, era riuscito a controllare. Un destro capace di uscire dalla selva di gambe biancorosse e diventare invisibile per il portiere. Un 3-2 non più ribaltabile che valeva per l’Empoli la permanenza in A. Per l’autore del gol, qualche titolo sui giornali nazionali, buono a scacciare il fattaccio con Ventola; dalle parti del Castellani la certezza di essere entrato nel cerchio di giocatori che avevano fatto la storia dell’Empoli.