È subito un crack: nella prima stagione con i bianco-celesti, Kanyengele va a segno 15 volte; quella successiva è addirittura capocannoniere del torneo, spingendo la squadra a sfiorare la promozione tra i professionisti. Una dimensione a cui lui, approda la stagione succesiva, quando il Savoia, neopromosso in B, lo mette sotto contratto, regalandogli così il sogno di diventare professionista un lustro dopo la rocambolesca fuga dalla Nazionale e da Vicenza. Non è una grande stagione per il Savoia che retrocede, nonostante la verve realizzativa di Ghirardello, la squadra è quel che è. La B è un salto troppo grande anche per Kanyengele che però può consolarsi con i primi gol in Serie B – realizzati contro Salernitana, Pescara e Monza – e, soprattutto, con la convocazione in Nazionale.
Già, il suo Paese che nel frattempo, grazie alle truppe di Laurent-Désiré Kabila, si era sbarazzato di Mobutu ed era diventato Repubblica Democratica del Congo. Non è il palcoscenico di un mondiale e nemmeno la chiamata per la Seleção ma per Kanyengele è il compimento di un percorso iniziato da bambino, a Lille, in Francia, dove aveva vissuto fino ai 7 anni, e continuato in Africa, nonostante il padre, giornalista e professore, avrebbe voluto studiasse.