Reinaldo, un brasiliano sbagliato per l’Hellas Verona

La provincia ci vede lungo, molto lungo, nel bene e anche nel male, ma quando sbaglia lo fa in maniera fragorosa. Come quella volta che l’Hellas Verona mise sotto contratto la giovane promessa brasiliana Reinaldo Rosa Dos Santos, noto semplicemente come Reinaldo. Era l’estate del 1996, quella stessa estate in cui un altro attaccante brasiliano dal nome simile, e che poco dopo sarebbe diventato Il Fenomeno, passava dal PSV al Barcellona: un’assonanza che bastava a far sognare i tifosi gialloblù. Reinaldo veniva da un paio di buone stagioni con l’Atletico Mineiro che gli erano valse la convocazione nell’Under 20 verdeoro e il ticket per disputare un buon mondiale nel 1995. Un pedigree sufficiente per guadagnarsi l’ambita 10 gialloblù e promettere faville con i veronesi neopromossi in A. Ci si accorse quasi subito, però, che qualcosa non andava. Nelle prime partite di campionato, Reinaldo vide il campo una sola volta, una manciata di minuti alla prima giornata contro il Milan senza lasciare segno poi più nulla. Sarà una questione di tempo, bisogna lasciare che il ragazzo si ambienti, pensavano i tifosi, fatto sta che, nonostante la rosa modesta di quel Verona, Reinaldo da quella panchina non venne più richiamato e chiuse il campionato non vedendo più il campo. A fine stagione i gialloblù retrocessero e il brasiliano venne ceduto al Cruzeiro dove non giocò quasi mai, inizierà un valzer infinito di squadre senza che il talento di Reinaldo tornasse a brillare. Non sapremo mai chi era veramente Reinaldo, non sapremo mai se fosse un buon giocatore che si era perso o un vero brocco che per un colpo di fortuna si era trovato in un mondo troppo grande per lui. 

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