In fuga dal successo. La parabola di Marco Bernacci
In una recente intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l’attaccante del Bari Mirco Antenucci alla domanda su quale fosse il partner d’attacco più forte con il quale avesse mai giocato ha risposto Marco Bernacci. Ha indicato proprio il centravanti cesenate perché grazie a lui, nella stagione 2009-2010, con la maglia dell’Ascoli ha potuto realizzare il suo record di reti stagionali: 24. Un bottino raggiunto grazie ai movimenti dell’ariete Bernacci, abile con il fisico a creare quegli spazi con cui Antenucci è andato a nozze. Ma il lungo ragazzo di Cesena in quella stagione non è stato solo assistente ma è riuscito anche vedere la porta con una certa regolarità. 15 reti che ne lo fanno diventare uno degli attaccanti più ricercati della B.
E infatti puntale arriva l’interessamento di una big della categoria: il Torino che cerca una valida alternativa a Bianchi. Dopo la gavetta con Cesena e Mantova e la fugace esperienza a Bologna – che rimane proprietarie del cartellino – per Bernacci è l’occasione della carriera. La trattativa va in porto velocemente: Bernacci va ai granata in un giro di prestiti che porta Matteo Rubin in Emilia. L’attaccante sceglie la maglia numero 82, la stessa dell’ultima stagione ad Ascoli. Il 23 agosto, alla prima di campionato, contro il Varese è lui il centro del fronte offensivo della squadra di Lerda. I granata cedono in casa per 1-2 e sono costretti a uscire dal campo tra i mugugni dell’esigente. Tuttavia c’è cauto ottimismo: la rosa è di qualità e la squadra, ci giurano in molti, inizierà presto a girare e, insieme a lei, il nuovo attaccante. Nessuno si aspetta che soltanto due giorni più tardi, proprio Bernacci, rompa il silenzio con una dichiarazione che ha spiazza tutti. Bernacci comunica la decisione di lasciare la squadra e anche il calcio. Almeno per un po’ fino a che non fosse guarito. Da cosa si chiedono in tanti? Due giorni prima il ragazzo era in campo con i compagni, ora è pronto a lasciare il calcio. Sembra tutto molto strano come accade spesso quando capita qualcosa di grave. Ed infatti, anche questa volta non sembra fare eccezione: si diffonde la voce che l’attaccante soffra di depressione e che questa sia la causa dell’addio al Toro. È un fulmine a ciel sereno per il Torino e per i suoi tifosi che chiude per sempre l’esperienza granata di Bernacci.
L’attaccante si ferma un anno, guarisce e riparte dal Modena. Sei mesi e un solo gol prima di andare a Livorno con quasi lo stesso risultato. Sembra che qualcosa si sia rotto per sempre: Bernacci non è più il giocatore di prima. A termine della stagione con il Livorno, rescinde anche con il Bologna e decide di avvicinarsi a casa, alla “sua” Cesena. Firma con il Bellaria di Marco Osio in Seconda Divisione: per l’attaccante è l’inizio di una nuova vita. In un’intervista dirà “Di scelte sbagliate ne ho fatte tante, ma ora sono sereno. Qui ci dobbiamo salvare, siamo una famiglia e un bel gruppo. E soprattutto mi sento a casa. In 20 minuti, con le stradine interne che conosco, arrivo a Cesena”. E parlando della sua depressione dirà: “Tutte storie. Lasciamo stare i veri depressi, per i quali ci vuole rispetto. Avevo perso la voglia di giocare.”*
Gli appassionati di calcio non sanno se tirare un sospiro di sollievo o rammaricarsi per aver visto un talento come il suo sparire dal calcio che conta. Ma il ragazzo di Cesena sembra non curarsi delle voci su di lui e soprattutto di chi rimpiange una carriera che non c’è stata. Lui ora è felice e con la casacca del Bellaria conquista un’insperata salvezza mettendo in mostra le sue pregiate qualità di centravanti e segnando otto gol, ma soprattutto facendo crescere i rimpianti di chi avrebbe voluto vederlo affermarsi in altri palcoscenici. L’annata successiva Bernacci la passa sempre in Seconda Divisione difendendo i colori del Forlì e conquistando una nuova salvezza. Questa volta i gol sono solo 3 e il rendimento è nuovamente in calo, sintomo che forse il professionismo stava diventando difficile da gestire per uno come lui, che solo qualche anno prima si era stancato di tutto.
Così il centravanti cesenate torna a Bellaria, questa volta in D. Qui magicamente ritrova la verve e i gol. Non bastano a salvare la squadra dalla retrocessione ma a rilanciare, per l’ennesima volta, Bernacci che si accasa per due stagioni al Ribelli andando per due volte consecutive in doppia cifra. Ma le avventure calcistiche del bomber non sono finite a 34 anni in Serie D. Nell’estate del 2017 arriva una chiamata dall’”estero”: un estero che è appena dietro casa. Il più vicino possibile. Bernacci diventa l’attaccante del Tre Fiori che insieme a La Fiorita e Tre Penne è tra i club principali di San Marino. Bernacci si ritrova quindi alle prese con una nuova avventura in un campionato che non conosce per “una scelta d’istinto”** come dice lui nel giorno della presentazione. Una decisione su cui pesa anche il fascino dell’Europa: infatti chi vince il campionato a San Marino ha il diritto a partecipare ai preliminari di Champions, chi occupa le altre due piazze d’onore ai preliminari di Europa League.
Galvanizzato dalla nuova esperienza Bernacci riprende il discorso da dove l’aveva lasciato, ancora una volta una stagione in doppia cifra. Ma la cavalcata verso l’ultimo sogno – l’esordio in Europa – si ferma ad un passo dall’obiettivo. Al termine della stagione regolare il Tre Fiori, terzo nel girone B, si qualifica ai play-off dove ha la meglio per due volte ai rigori contro Tre Penne e Libertas prima di soccombere per 1-0 contro i futuri campioni del La Fiorita. Ma sarà la seconda sconfitta contro la Folgore Falciano quella decisiva per l’eliminazione. Fine dei sogni d’Europa quindi e fine dell’avventura di Bernacci che decide di tornare – forse deluso dall’esito della stagione – in Emilia.
Ma non c’è la Serie D che lo aspetta, bensì la Promozione del Ronco Edelweiss Forlì, seconda squadra della cittadina romagnola. A differenza dei più titolati cugini i colori sociali del Ronco sono bianco e azzurro, la squadra ha meno seguito, ma la dirigenza è decisa a far parlar di sé in città. Insieme a Bernacci infatti viene ingaggiato anche l’esperto portiere Alex Calderoni che servirà anche da chioccia per i tanti giovani in squadra. Quel che succede da settembre a maggio si avvicina a una marcia trionfale: il Ronco domina il campionato chiudendo al primo posto con 11 punti da vantaggio sul Del Duca Ribelle soprattutto grazie alle 25 marcature del suo bomber Dario Spadaro che divide l’attacco proprio con Bernacci. Quest’ultimo mette a segno 16 reti, lavorando sporco e mettendo a disposizione del giovane compagno la sua capacità di procurare spazi. Come aveva fatto dieci anni prima con Antenucci formando una delle coppie gol più letali della Serie B e raggiungendo a livello personale uno dei punti più alta di una carriera spesa in altalena in una continua fuga dal successo.
* Riecco Bernacci, l’incompreso “Così ho buttato una carriera”, Luca Baccolini, la Repubblica Bologna, 3 aprile 2013
** Bernacci al Tre Fiori: “Una scelta d’istinto, non sono a fine carriera, https://www.sanmarinortv.sm/sport/calcio-sammarinese-c15/bernacci-tre-fiori-scelta-istinto-non-sono-fine-carriera-a133698